Il mio cane è riuscito a trovarmi un tartufo!..e dico tra me e me: se è riuscito a trovare uno, riuscirà a trovarne anche altri. Continuo a girovagare con il cane alla ricerca di nuove tartufaie, e con l’arrivo della primavera, di tartufi ne trovo sempre di più, fino al fatidico giorno quando il cane, in una giornata di maggio, facendo il solito giro a tartufi, si infila dentro una macchia di rovi, e lì ingerisce del veleno.
Mi chino e lo vedo mangiare qualcosa, lo tiro fuori per una zampa e mi accorgo che ha in bocca un pezzo di pane! è molto strano quel pezzo di pane in quel posto, penso!
Mi incammino verso la macchina, il cane mi segue fino a che lo vedo barcollare e cadere a terra. La corsa verso l’ambulatorio veterinario è vana, Ricciò è morto! Mi assale lo sconforto, rimango impietrito da quel corpo inerte e senza vita. In un attimo tutti i miei sogni svaniscono insieme al mio amico fedele e leale con il quale ho condiviso, fino a quel momento, la mia nuova passione.
Rimango talmente scosso da quell’evento che, per un periodo non voglio sapere più niente di tartufi. Ricomincio dopo qualche tempo con un cucciolo di pointer che mi regala un amico, dal colore prevalentemente nero, dal nome “Nerina”.
Con essa, ricomincio da capo e piano piano, torno a girovagare per gli incolti e per i boschi alla ricerca di tartufi. Nerina mi regala grandi soddisfazioni scoprendo sempre più tartufaie. Nello stesso anno acquisto Dick, un cane di dodici anni, il quale ha mille difetti, ma in gamba nella ricerca. Non tollera la presenza di altri simili vicino alla buca che scava, ringhia così brutalmente che se allungo la mano verso la buca me la morde. Per estrarre il tartufo sono costretto a lanciargli una crocchetta di lato per distrarlo. Con quest’ultimo non ho affinità né amicizia, si è instaurato soltanto un rapporto di lavoro, lui trova il tartufo ed io gli dò la ricompensa. Inoltre se voglio accarezzarlo, devo evitare coda e fianchi, altrimenti si volta verso di me come una tigre e mi ringhia.
Nel corso degli ultimi vent’anni ho avuto tanti compagni a quattro zampe. Compagni di scorribande in mezzo a boschi, incolti, torrenti, colline, montagne e litorali marittimi. Dall’alba al tramonto incessante col sole e con la pioggia, alla ricerca di quel tubero così ambito e prezioso da portare sulla nostra tavola.
Oggi la mia conoscenza l’ho trasferita nell’attività di famiglia, alla quale mi dedico con la stessa passione e dedizione per la commercializzazione dei preziosi tartufi. Dalla mia esperienza ho appreso che solo attraverso il rispetto per la natura, l’uomo si realizza. “Non pretendere da essa più di quello che può offrire!”
La razionalità permette la convivenza reciproca tra animali, vegetali e funghi, che tra essi vivono la rigorosità dell’equilibrio naturale, utile all’ecosistema per tutti gli esseri viventi, uomo compreso.
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